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21 Febbraio 2023

La viticoltura che tenta di invertire il cambiamento climatico

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di Redazione | in 

La cooperativa Cantine Vitevis, i cui membri possiedono 2.800 ettari di vigneti nel nord-est dell'Italia, provando a usare la viticoltura come strumento per invertire il cambiamento climatico.

Il progetto è stato presentato al convegno "I buoni vini per la terra" organizzato lo scorso 11 ottobre proprio da Cantine Vitevis, cooperativa italiana nata nel 2015 dalla fusione delle cantine Castelnuovo del Garda, Gambellara, Colli Vicentini e Valleogra.

Le sue pratiche agronomiche consentono infatti di aggiungere al suolo più CO2 di quanta ne venga emessa per la coltivazione, includendo la riduzione della lavorazione del terreno attraverso l'agricoltura di precisione, l'aratura minima o nulla, l'uso di fertilizzanti organici, l'inerbimento tra le file con favette o erbe aromatiche, l'uso di scarti di potatura, e l'aggiunta di materia organica al suolo.

Si trattava, in sostanza, di reimpostare i processi per la gestione di 700 ettari vitati partendo dalle indicazioni ottenute attraverso la certificazione SQNPI e misurando il bilancio tra la CO2 emessa e quella captata nel suolo.

Il risultato è stata una generazione di crediti per 4.719 tonnellate di CO2 equivalente nei tre anni previsti per l'ottenimento della certificazione: 1.487 tonnellate nel 2018, 1.640 tonnellate nel 2019 e 1.592 tonnellate nel 2020. Una media di 2,25 tonnellate di CO2 equivalente per ettaro per anno.

Lavorare sulla gestione del vigneto produce quindi risultati più rilevanti in termini di impatto ambientale rispetto al semplice utilizzo di materiali più ecologici, come bottiglie più leggere.

 

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